Il primo maggio… la buona politica!

marciano-primo-maggio

Ogni “buona” battaglia politica, come i valori che la ispirano, credo abbia più forza quanto più è capace di guardare al futuro, di volgere pensieri e azioni al domani, alle generazioni che verranno. Migliorare le condizioni di chi verrà dopo, difendere ed ampliare diritti, tutele, garanzie e libertà per chi vivrà questo Paese nei prossimi anni, deve rappresentare un obiettivo principale per questa classe politica. In buona sostanza ciò rappresenta l’idea della Campania Giovane, che non fonda se stessa su una semplice virtù anagrafica ma su una concezione dell’agire politico che è proiettato più nel futuro che dobbiamo vivere che nel passato che abbiano alle spalle.

In questo quadro, in questa comune concezione della politica, credo che il 1 Maggio possa e debba rappresentare per noi una data centrale, simbolica, direi fondante, assieme al 25 Aprile, del nostro agire quotidiano in questa Regione, nei territori e nel Paese intero.
Questa data rappresenta esattamente quella buona politica a cui prima facevo riferimento, l’idea di guardare avanti, di lavorare, spendere passioni ed energie per un progetto collettivo e per il miglioramento complessivo delle condizioni delle future generazioni.

Non avrebbe senso un movimento politico incapace di guardare al domani, di leggere nel futuro del Paese gli stimoli per agire oggi. In un momento drammatico come quello attuale, invece, anche attraverso un’opera oserei dire “certosina” della destra nella cultura del Paese, si fa sempre più spazio una pericolosa inversione di tendenza. Il lavoro è avvertito sempre meno come un diritto e sempre meno come l’elemento fondante e insostituibile per una dignitosa crescita delle persone. Questo radicale svilimento del valore “lavoro”, che più che un diritto acquisisce una dimensione precaria ed indignitosa, di fatto ha finito col giustificare nell’ultimo quindicennio un costante ma notevole smantellamento di tutto la legislazione ordinaria a tutela dei lavoratori e della loro dignità. Non si tratta qui di discutere la necessità di un ammodernamento necessario del mercato del lavoro, ma di come in questi anni non si sia provveduto, in maniera cosciente, anche a ridisegnare politiche di protezione sociale, di tutela dei salari, di garanzie rigorose per la sicurezza dei lavoratori, di come la politica abbia rinunciato a combattere la sfida della flessibilità, di per sé un’opportunità per l’economia ed i lavoratori, finendo per abdicare ad una precarietà lavorativa e sociale dilagante. Così oggi ci troviamo a fronteggiare le gravi crisi industriali, le difficoltà estreme in cui versa la piccola e media impresa italiana, rimasta orfana di una complessiva riforma fiscale e di sostegno al credito e quindi alla sua crescita, le difficoltà di centinaia di migliaia di lavoratori precari per i quali non è prevista alcuna garanzia, smantellando ulteriormente quei provvedimenti adottati dai Governi di centro/sinistra che inserivano prime (anche se insufficienti) forme di tutela delle forme di lavoro precario.

Lo stesso attacco (direi dettato più da un’ossessione irrazionale, più che da una reale esigenza socio-economica) all’ Art. 18 , rinviato dal presidente della Repubblica alle Camere, è sintomatico di una cultura del Lavoro da combattere e sconfiggere.

Per questo il 1 maggio acquisisce una “nuova” centralità politica. E’ la battaglia per le generazione future, per l’Italia, il Mezzogiorno che noi vivremo solo in parte, ma nel quale saranno profondamente impegnati i nostri figli. E rappresenta la straordinaria ricchezza di quella Politica che guarda più al Domani che all’oggi, esattamente ciò che la Campania Giovane ha l’ambizione di fare.

Contatti

Ciao, hai un idea o una proposta, o semplicemente un feedback sul mio lavoro. Scrivimi e il prima possibile sarà in contatto con te.