La Campania giovane, l’esperienza per il futuro.

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A distanza di qualche settimana dalle giornate elettorali, dopo esserci salutati e avere già compiuto su questo spazio virtuale e fra noi qualche riflessione sul voto, quel che mi lascia più entusiasta ed anche, lo ammetto, piacevolmente sorpreso, è la straordinaria passione che la nascente “Campania giovane” sta suscitando. Curiosità ed attenzione, voglia di costruire una nuova esperienza collettiva per ridare a questa Terra nuove e buone speranze. La sorpresa sta certamente nelle tantissime sollecitazioni che stiamo ricevendo in questi giorni affinché questo bagaglio di idee ed energie non si fermi qui. Sono chiaro, nessuno lo ha mai pensato.

Nessuno, a partire da me, ha creduto che il 29 Marzo fosse un punto d’arrivo, ma abbiamo sempre e solo immaginato questa data come un inizio. Un inizio per una nuova generazione, nuove idee, nuovi progetti, nuovi modi d’intendere la politica, un cambiamento radicale di strumenti e luoghi dell’agire politico. Questa “Campania Giovane” esprime la volontà di costruire con tante forze, con tante storie , tanti circuiti politici, culturali e sociali che attraversano il PD (o che anche non ne fanno compiutamente parte) un nuovo percorso, un “pensiero lungo” come avremmo detto anni addietro. Siamo consapevoli dell’utilità collettiva di avviare un confronto sereno e costruttivo con le generazioni che fino ad oggi hanno mantenuto posizioni di responsabilità politiche ed amministrative. Abbiamo di esse un assoluto bisogno, ci è nota la necessità di accompagnare la nostra azione con quel patrimonio valoriale, di idee, di contributi progettuali che abbiamo alle spalle.

Ricostruire storie ed esperienze che ci hanno formato e per le quali abbiamo speso con passione energie ed idee servirà per definire ancora meglio i tratti fondamentali della propria “nuova” storia, questa mi pare essere il nostro prioritario obiettivo. Non siamo dinanzi ad una semplicistica sostituzione di generazioni in campo, non sarebbe ne giusto ne utile. Non ne risulterebbe cambiato il quadro politico, ne sicuramente sarebbe la risposta ai problemi del Paese. Bisogna anzi unire le forze in campo, metterle in rete, dare a tutte queste nuove opportunità, nuove idee, nuovi contributi.Per questi motivi la “Campania Giovane” non credo possa nascere da un’ “ansia” del cambiamento fine a se stessa, ma sarà fortemente proiettata verso la costruzione di una rinnovata solidarietà generazionale che sarà tanto più vincente quanto più saprà invertire quella tendenza che fin ad oggi ha spesso ridotto gli spazi ed i luoghi per le tante nuove energie. La battaglia politica non può consumarsi dentro il nostro campo, quasi in un redde rationem tra passato e futuro.

Tutt’altro, assieme, con nuove idee, un rinnovato assetto programmatico, una ritrovata idea di governo dei nostri territori, abbiamo il compito di tornare a rappresentare la maggioranza dei cittadini campani. Ed è chiaro che chi se non questa generazione può credere e battersi perché sia ancora più forte questo spirito unitario e capace di proporre nuovi temi, nuovi linguaggi e nuove soluzioni? Attraverso questa capacità di ricucire le nostre storie presenti e future, possiamo così rilanciare una nuova generazione e mettere in campo progetti e programmi chiari e riconoscibili per la nostra Regione e per Napoli. Questo è l’ampio e concreto “cambiamento”, che si sveste dai panni di uno slogan utile per qualche settimana, e si da un obiettivo ambizioso. Battere la destra, riconquistare la fiducia dei cittadini, è un’impresa ardua e complessa. Un compito da affrontare con la sapienza di chi sa allargare i terreni di incontro, di chi sa far confluire percorsi diversi, generazioni a confronto, idee e programmi chiari e innovativi. Avviamo da qui una riflessione su quelli che sono le reali questione aperte nella nostra Regione: lavoro, saperi, ricerca, turismo, ambiente. Solo tornando a declinare i problemi della nostra regione e del Paese intero attraverso un compiuto programma di governo, si può ricucire uno scollamento evidente che si è creato fra questa parte politica e i cittadini, fra noi e la pancia del paese.

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