Bagnoli non deve morire di nuovo

Nella notte appena trascorsa Napoli si è tristemente illuminata. A Bagnoli, l’immagine del fuoco che avanza inesorabile ingoiando tutto ciò che trova sul suo cammino è un colpo al cuore. La prima sensazione che ho provato è che per la seconda volta si crea un vuoto nel quartiere “operaio per eccellenza”, cancellando ciò che la cultura, la scienza, l’innovazione avevano sostituito al grande insediamento siderurgico della Italsider. Sulla dinamica dell’incendio diranno gli esperti, anche se la vicenda lascia più di un dubbio. Ma ciò che adesso appare come una ferita profonda per un intero quartiere, per una città che negli anni aveva provato a reinsediare una moderna forma di lavoro e fare di Napoli e della Campania il centro di attività culturali riconosciute in Europa e nel mondo, deve diventare, se ne abbiamo la capacità, un punto di riscatto. Bagnoli non può morire per la seconda volta. Napoli non può perdere un centro di eccellenza per le nuove frontiere della scienza e dell’innovazione. La Campania non deve rassegnarsi alla furia devastatrice di un incidente o magari di una regia dolosa. Se le istituzioni comprendono davvero la gravità della ferita inferta assumano ad horas provvedimenti per ridare una speranza a Città della Scienza, ai suoi lavoratori, a Bagnoli, a Napoli, alla Campania. Provvedimenti urgenti che diano il segno di una sensibilità e di un’attenzione adeguate alla portata del disastro. Napoli ha bisogno di cultura, di scienza, di innovazione, questa per noi è una frontiera di civiltà e di progresso a cui non possiamo e non dobbiamo rinunciare. In campo tutti, istituzioni locali, nazionali ed europee, per ricostruire velocemente ciò che il fuoco ha divorato in poche ore.

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