Ormai il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge sembra essere diventato il bersaglio verso il quale la Lega Nord scaglia con una frequenza disarmante bordate vergognose.
Da Treviglio, dove sta avendo luogo la festa della Lega, l’attacco del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli rappresenta uno dei punti più bassi che io ricordi, in un Paese che ha comunque vissuto spesso fasi accese di antagonismo politico.
Politico, appunto, e non razzista. Perché paragonare un ministro della Repubblica ad un “orango” è solo un atto volgarissimo e razzista, fuori da qualsiasi schema di contrapposizione partitica.
Ancor peggio è mantenere le proprie posizioni, minimizzando i fatti nel tentativo di far passare sottobanco una notizia che ha già fatto il giro del mondo. Un mondo che stenta a credere che certi commenti possano provenire da un uomo che ha vissuto per molti anni all’interno delle Istituzioni di questo Paese.
Io sono sicuro che anche l’Italia faccia parte di quel mondo, penso che certe dichiarazioni non possano finire nel dimenticatoio.
La società civile si sta già mobilitando con petizioni di ogni tipo, giustamente scandalizzata dall’accaduto.
Confido in una reazione uguale, se non più decisa, anche da parte del mondo della Politica, che ha già visto la dura presa di posizione del Presidente Napolitano, ma che deve rispondere in maniera compatta alla xenofobia e al razzismo, che mai potranno addirsi ai luoghi istituzionali di questo Paese.
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