E’ tutta colpa degli altri

Sono passati ormai quasi tre anni dall’elezione di Stefano Caldoro a Presidente della Giunta Regionale campana. Tre anni sicuramente difficili: il tracollo dell’economia mondiale e quindi di quella nazionale hanno avuto inevitabilmente ripercussioni sul sistema locale. Quando poi, come nel caso campano, alle difficoltà esterne si aggiungono incapacità politiche e amministrative locali, il mix è letale. Negli ultimi tre anni le condizioni dei cittadini campani sono peggiorate in maniera esponenziale. Decine di aziende sono state costrette a chiudere i battenti, migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione, l’emigrazione dei giovani verso il nord ha raggiunto livelli quasi pari a quelli degli anni ’60: un fiume in piena, che la Giunta regionale non ha neppure provato ad arginare. Ma anche per chi un lavoro ancora ce l’ha la situazione non è migliore. Un esempio su tutti: il sistema di trasporti regionale, ridotto di fatto in cenere in pochi mesi. Caldoro ha scelto di affidare l’EAV a un suo fedele sodale di partito, quel Nello Polese ex sindaco di Napoli spazzato via nei primi anni ’90 dalla bufera di Tangentopoli. Polese è riuscito nell’impossibile: distruggere in pochissimo tempo un sistema integrato di trasporti che mezzo mondo ci invidiava. Eppure, dopo tre lunghi anni di governo, Caldoro ha ancora il coraggio di dire che la colpa del tracollo è di chi l’ha preceduto alla guida della Campania. Sarà, ma io di quegli anni ricordo treni in orario, bus frequenti, zone periferiche finalmente collegate alle principali città campane. Oggi i treni, di fatto, non partono più, i bus sono abbandonati nei depositi, e chi abita in periferia e non ha l’auto può raggiungere le città solo affidandosi alle ‘cure’ di autotrasportatori abusivi, che per un euro offrono un posto nei loro furgoncini sgangherati. Se quasi mille giorni dopo la sua elezione la situazione in Campania è questa, un po’ di colpe ce le avrà pure Caldoro. Sarebbe bene che il Governatore cominciasse ad ammetterlo per rispetto dell’intelligenza dei cittadini campani. E della sua.

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