I temi etici non sono rinviabili e non sono merce di scambio

Manca pochissimo all’approvazione in Parlamento della legge contro l’omofobia, normativa storica per il nostro Paese, grazie alla quale per la prima volta verrà riconosciuto dall’ordinamento giuridico italiano l’orientamento omosessuale, attraverso l’estensione della legge Reale-Mancino, che punisce i casi di discriminazione basati sull’origine etnica, nazionalità e religione, anche a quelli basati sull’orientamento sessuale.

Un passo concreto verso i diritti omosessuali nel nostro Paese, che potrà essere celebrato con successo il 26 Luglio, giorno per il quale il provvedimento è già calendarizzato in Aula, pronto per l’approvazione.

Ma i quotidiani nazionali riportano alcune dichiarazioni di esponenti del Pdl che invocano una “moratoria” sui temi etici, richiedendone un rinvio in nome di altre priorità e della governabilità.

A quanto pare, i temi etici non sembrano essere una priorità per alcuni, che ritengono procrastinabili temi ai quali l’Italia si è già sottratta per troppo tempo, colpevolmente.
Invocare il tema della governabilità è inutile se la funzione di Governo non porta alcun cambiamento, alcun progresso.

Ancor peggio se chi, come Cicchitto, ritiene i temi etici una “merce di scambio” tra partiti, e richiede come “contropartita” una riforma della Giustizia, mortificando in un colpo solo due priorità per il nostro Paese.

La verità è che i temi etici non sono più rinviabili, soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale come quello che stiamo vivendo.

Fare passi in avanti sul fronte dei diritti individuali significa ribadire con forza che, anche e soprattutto dinanzi a tragiche sciagure economiche, le persone vanno tutelate nella loro integrità e dignità, senza evocare principi di qualsivoglia sacrificabilità che conservi lo status quo, o addirittura lo peggiori.

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