Una conquista di civiltà per la Campania. È così che ho definito in aula l’approvazione della legge di iniziativa popolare per l’utilizzo dell’energia solare. Da oggi la nostra regione ha davvero la possibilità di diventare migliore. La “Legge regionale sulla cultura e la diffusione dell’Energia solare in Campania”, infatti, è di iniziativa popolare e ha avuto il pieno e totale appoggio dal Partito Democratico sin dai primi passaggi nelle commissioni competenti. Una legge particolarmente significativa perché è espressione della volontà popolare, di migliaia di cittadini che l’hanno condivisa e promossa; significativa perché mette il governo regionale e la Campania di fronte ad irresponsabili ritardi accumulati in questi due anni e mezzo di legislatura senza procedere ad esempio all’approvazione del Piano Energetico Regionale. La Campania da oggi si impegna a promuovere la cultura e l’utilizzo dell’energia solare come fonte inesauribile di ricchezza, di tutela dell’ambiente, di valorizzazione del paesaggio. Nei prossimi anni, secondo quanto previsto dal testo approvato in Consiglio, la Campania si impegna a coprire il 30% dell’attuale consumo energetico con fonte solare, con l’obiettivo ambizioso ma raggiungibile entro il 2021 di arrivare al 60% dell’energia che usiamo sul nostro territorio sfruttando i raggi solari. Non solo: la regione dovrà anche programmare a breve un piano di dismissione degli attuali impianti di produzione termoelettrica da fonte fossile, oltre che una diminuzione progressiva della quota energetica importata, mentre i nuovi insediamenti e le nuove costruzioni dovranno tendere all’autosufficienza energetica da fonte solare a partire dal 2014. Gli edifici adibiti a pubblico servizio, infine, dovranno essere completamente autosufficienti entro il 2015. Insomma, aria più pulita, bollette meno care e, soprattutto, nuove possibilità di investimenti e quindi di lavoro. Ci voleva uno scatto dei cittadini perché fosse possibile. Questa è una lezione al governo regionale ed un segnale importante a tutta la politica.