Il ritorno dello Stato a Barra

Alla fine lo Stato ha mostrato i muscoli. Finalmente. Per fermare il giglio dell’Insuperabile – vera e propria arma a disposizione del clan secondo il pm D’Onofrio – ci sono voluti 200 carabinieri, decine di pompieri e poliziotti, un elicottero. E la capacità di gestire una folla inferocita, che proprio non ci stava a vedere uno dei gigli più famosi andare giù. La forza simbolica dell’abbattimento del giglio è stata enorme per chi negli ultimi anni ha utilizzato la festa per arricchirsi e creare potere e consenso, una vittoria schiacciante dello Stato che finalmente è tornato a farsi vedere in una periferia abbandonata come quella di Barra.
Per chi, come me, in quella periferia è nato e cresciuto, è stato un momento importante, che mi ha portato alla mente mio zio, storico capoparanza, e i tempi in cui i gigli, tutti, erano davvero puliti e la festa un momento di unione e gioia collettiva senza boss né camorra.
Di fronte a quella scena, le manifestazioni di ‘solidarietà’ all’Insuperabile messe in piedi durante la festa di domenica per le vie del quartiere mi sono sembrate da subito l’urlo disperato di una camorra che, quando lo Stato dimostra la sua forza, non può che chinare il capo e arrendersi impotente. Ma è proprio questo il punto: cosa succederà a Barra da oggi in poi? Lo Stato tornerà a farsi vedere? Il Comune, che pure lo scorso anno aveva promesso che mai più avrebbe permesso che sul territorio si svolgessero manifestazioni dal chiaro sapore camorristico – salvo poi dimenticare tutto dal giorno dopo e limitarsi ad assistere sabato all’intervento in extremis della magistratura – cosa ha in programma per quella periferia dimenticata di Napoli? Perché non pensare di portare l’esperienza della Notte Bianca anche a Barra, che vive di notte solo un giorno all’anno in occasione della festa dei gigli? Perché non pensare di portare lì, nella estrema periferia est della città, le luci della legalità invece che le luminarie della camorra?

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