Il Sud Italia ha probabilmente toccato il punto più basso della storia unitaria, come certificato dai dati Svimez, che disegnano un quadro nero e inquietante sotto tutti gli aspetti, economici e sociali. In Campania, in particolare, a una crisi sistemica e di contesto si sono aggiunti i limiti di una esperienza di governo che, ad esempio, non ha intrapreso le necessarie azioni di contrasto alla povertà, che oggi interessa due famiglie su tre. Le due leve per risalire possono essere una spesa più efficiente dei fondi strutturali e la creazione delle condizioni per fare industria.
Sul tema dei fondi europei, la nuova programmazione deve essere l’occasione per puntare al sostegno strutturale e infrastrutturale alle aree industriali e ai piani di insediamento produttivo; avviare un programma per la rigenerazione urbana delle città campane, in particolare dei centri storici e delle arie cosiddette periferiche; investire risorse Fse verso le Università campane, conferendo loro la funzione di organismi intermedi.
Per quanto riguarda l’industria, invece, dobbiamo proteggere e assicurare la produzione degli stabilimenti che abbiamo sul territorio, a partire dai siti di Finmeccanica e Fincantieri, promuovendo l’adeguato sostegno ai poli di eccellenza e innovazione. Dall’altro lato, poi, bisogna tornare ad attrarre investimenti, grazie innanzitutto alla semplificazione burocratica, alla costruzione di reti infrastrutturali materiali e immateriali e all’incentivo alle start up innovative.
Nel complesso, oggi serve il coinvolgimento della politica e delle Istituzioni a tutti i livelli, un’azione coordinata di sistema tra Regione, Governo nazionale e Europa, per rimettere il Mezzogiorno al centro dell’agenda degli interventi. Paghiamo lo scotto di anni di egemonia di pensiero leghista, a cui anche una certa sinistra per un periodo ha dato credito. È tempo di tornare a investire al Sud e per il Sud: anche per questo, come Rifare l’Italia Campania, organizzeremo a inizio autunno un appuntamento di approfondimento e di confronto nel quale elaborare e condividere le nostre idee e proposte per la regione e per il Mezzogiorno”.