Occorre un piano per rilanciare l’occupazione in Campania

I dati odierni dell’Istat sono l’ennesima conferma della situazione drammatica in cui si trova la Campania, e non può essere più il momento di relegarli a semplici statistiche. Dal governo regionale ci attendiamo un cambio di passo immediato, a cominciare dall’attivazione di un vero e proprio piano d’azione per rilanciare la politica industriale, e dunque l’occupazione, nelle nostre aree.

Bisogna salvaguardare le tante eccellenze industriali e manifatturiere della regione. Investire ad esempio sul sistema di trasporto pubblico locale, sia per garantire realmente il diritto alla mobilità dei cittadini, sia per dare respiro alle tante imprese del settore, da Ansaldo a Irisbus e Firema. E, poi, far sentire la nostra voce anche presso il Governo nazionale, aprendo una vertenza con Finmeccanica, da cui dipende gran parte del patrimonio industriale campano, tesa a scongiurare ulteriori e devastanti scippi a favore di altre aree del Paese, come hanno dimostrato in questi ultimi mesi la perdita della sede legale di Alenia o il caso Selex.

Serve, poi, una maggiore promozione e sostegno sui mercati internazionali delle produzioni di qualità della nostra filiera agroalimentare. E puntare una volta per tutte sul rilancio del turismo. Su questo tema, la giunta e il presidente del Consiglio regionale si erano impegnati a portare la nuova legge in aula entro la prima metà di ottobre. Siamo a novembre e non ce n’è traccia: cos’altro bisogna attendere? La recessione non può essere la scusante a tutti i disastri: c’è stata e c’è, ma allo stesso tempo sono mancate serie ed efficaci politiche di contrasto a queste difficoltà e di rilancio delle occupazione.

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