Porto di Napoli, dipendenti contro Dassatti. E la Regione che fa?

La Regione Campania, che siede nell’Autorità Portuale di Napoli con il suo presidente Stefano Caldoro, deve assumere immediatamente le iniziative necessarie a scongiurare il rischio di pregiudicare le attività dello scalo partenopeo, dopo le proteste annunciate dai lavoratori che alimentano ancor di più il clima di incertezza sul futuro del primo polmone di economia regionale.

Giudico irresponsabili e ingiuste le parole dell’Ammiraglio-Commissario Dassatti, che in una intervista poco opportuna ha scaricato responsabilità e ritardi, in particolare riguardo alle verifiche per le concessioni, su personale e dirigenti del Porto. Che sono però gli stessi che, nel corso delle passate gestioni e sotto la guida di altri, avevano contribuito a raggiungere performance straordinarie dal punto di vista degli interventi e dei risultati, come i circa 350 milioni di euro progettati e realizzati con il presidente Nerli. Tanto che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una visita nel 2007 aveva definito i lavoratori il patrimonio più prezioso dello scalo partenopeo, la sua vera forza.

Detto questo, ancora una volta incuriosisce la tempistica di queste vicende: appare infatti strana la coincidenza tra le ingiuste considerazioni di Dassatti e la sua ipotesi di esternalizzare le verifiche, lanciata sempre attraverso la stampa.

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