Porto, irresponsabili le critiche al Commissario Karrer

Trovo fuori luogo e soprattutto irresponsabili le critiche rivolte dal Presidente Caldoro e dal Ministro Lupi al Commissario Karrer. Avrei consigliato più prudenza verso le parole rese dal Commissario in merito allo stato del cosiddetto “grande progetto” e ai “condizionamenti ambientali” nei quali si sta lavorando. È evidente che i ritardi e le inerzie degli anni precedenti ora pesano come un macigno sulla realizzazione delle opere previste e necessarie per rendere competitivo lo scalo partenopeo. Ma neanche si può fingere, come si è fatto in particolare negli ultimi due anni, su procedure che sono in ritardo.

Un passo indietro. Al tempo di Dassatti si diceva che le gare erano pronte e questo refrain è continuato fino all’insediamento della Task Force voluta dal Ministro nel marzo 2014. Poi accade che, con l’arrivo di Karrer – del quale voglio sperare nessuno metta in dubbio capacità tecniche e professionali di livello nazionale ed internazionale nel campo delle grandi infrastrutturazioni e della pianificazione – si scopre che dei 9 progetti solo 2 erano effettivamente operativi. Reti fognarie e collegamenti stradali e ferroviari sono le uniche due opere validate dal provveditorato alle opere pubbliche e ormai in pubblicazione. Progetti tra l’altro realizzati da una società esterna, un’ATP (associazione temporanea tra professionisti) vincitrice di un bando pubblico. Per gli altri 7 si è evidentemente indietro: eppure per Dassatti e Caldoro era tutto ok. Ma se le cose stanno così e invece si continuava a ripetere che si era prossimi alla pubblicazione, allora il dubbio che i progetti si stavano preparando da qualche altra parte è legittimo?

La sensazione, da osservatore esterno ma abbastanza attento, è che quando si comincia a mettere mano seriamente al tema caldissimo delle concessioni e della riscossione dei canoni di impresa le acque si intorbidiscono e parte il fuoco di fila interno ed esterno all’Autorità Portuale. Io questo lavoro lo avrei sostenuto anziché costruire l’isolamento intorno a Karrer. Oggi ci troviamo in un contesto completamente cambiato anche e soprattutto sul piano del ridisegno di funzioni e competenze affidate dall’art. 29 dello Sblocca Italia a proposito di accorpamento e riassetto delle autorità portuali. Più o meno nei prossimi 100 giorni, le autorità portuali dovranno segnalare alla Presidenza del Consiglio le principali opere che si intendono realizzare. A quel puntola Presidenzadel Consiglio, d’intesa con il Ministero dei Trasporti, deciderà cosa potrà entrare a far parte del Piano Nazionale dei Trasporti e della Logistica. Dunque, il tempo perso ci consegna scenari completamente cambiati, dove tra l’altro Roma toglie e giustamente un protagonismo che, per quanto riguarda lo scalo napoletano, avevamo e che non abbiamo saputo gestire.

A questo punto, paradossalmente proprio per il tempo perso e forse non più recuperabile, il tema del rinnovo del commissariamento non aggiunge né toglie allo stato delle cose. Ma di una cosa sono certo: il sostegno ad un Commissario che mette in chiarezza lo stato dell’arte e soprattutto decide di andare avanti sulle vicende più delicate merita la vicinanza di tutti: istituzioni, politica, sindacati.

Speravo che le mie considerazioni potessero ricevere un’attenzione differente (e non solo in quanto unica voce di “opposizione”), ma questo è lo spazio che hanno trovato sui nostri quotidiani:

Il Mattino

La Repubblica

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