Destano preoccupazioni le notizie dell’accelerazione sulla cessione dello stabilimento di Capodichino ad Atitech, in particolare per l’assenza di certezze sul piano industriale e commerciale per la realizzazione di un polo manutentivo velivoli.
Un’operazione che si sta chiudendo in fretta e furia e che appare più come un obiettivo di Finmeccanica di liberarsi di un sito produttivo, che una strategia industriale per la Campania. E basta ripercorrere le ultime scelte del Gruppo nella nostra regione per avere conferme sul progressivo indebolimento della presenza industriale e degli investimenti in termini di ricerca, innovazione, presenza di direzioni strategiche e centri decisionali. Completata la cessione, ad esempio, in soli due anni Finmeccanica avrà dimezzato i suoi siti produttivi in Campania.
Dubbi e perplessità anche sui dettagli trapelati, a partire dalla creazione di una Newco partecipata al 25% da Finmeccanica, uscita solo tre anni fa dal settore delle manutenzioni/trasformazioni velivoli per poi rientrare oggi in quota minoritaria, e con maggioranza ad Atitech, un’azienda che ancora non riesce a saturare tutte le sue risorse attuali. Inoltre, il lavoro sulla produzione delle fusoliere C 27 resterebbe ad Alenia, ma nel sito di Caselle e non a Pomigliano, che quindi subirebbe un ulteriore colpo negativo.
Bisogna contrastare il progressivo indebolimento del settore aeronautico campano, che rischia di causare conseguenze occupazionali gravi nel medio-lungo periodo e impoverire ulteriormente la nostra regione e la sua industria. Serve che il tavolo interistituzionale insediatosi in Campania monitori con attenzione ciò che sta accadendo, e che il Governo nazionale assuma con maggiore forza un ruolo nei confronti del Gruppo sul destino di Capodichino e, più in generale, sugli insediamenti di Finmeccanica nella nostra regione.
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