Queste sono le considerazioni che ho rilasciato ieri a un giornalista dell’agenzia di stampa Ansa, che ha chiesto un mio intervento sulla situazione nel PD a Napoli dopo le contestate primarie di domenica 6 marzo.
“Una lista civica a sostegno di Antonio Bassolino? Non è il tema di queste ore. Ora stiamo preparando un nuovo ricorso”. Antonio Marciano, consigliere regionale della Campania tra i più vicini all’ex governatore campano, dribbla l’ipotesi che ha preso corpo nelle ultime ore e che vedrebbe Bassolino – sconfitto nelle contestate primarie di domenica – comunque in corsa per Palazzo San Giacomo ma non con le bandiere del Pd. L’attenzione è rivolta alla manifestazione di sabato prossimo al teatro Augusteo. “Ora – conferma Marciano – pensiamo all’appuntamento di sabato dove è giusto esserci perché non si può liquidare aggrappandosi a cavilli formali una vicenda che sta interrogando tanta parte dell’opinione pubblica in Italia e perché un partito, e una coalizione, si costruisce con gli anticorpi, e se gli anticorpi non funzionano e ci sono dei problemi si interviene con decisione prevedendo delle sanzioni perché questo tutela tutti”. “Poiché questo lavoro – sottolinea Marciano spiegando il senso della manifestazione – non è stato fatto da parte dalla commissione, è bene che chi è stato protagonista chiami a raccolta il mondo che lo ha circondato e appassionato, un popolo che merita risposte e un rispetto che non è arrivato”. La convocazione di Bassolino è giunta in contemporanea con l’appello rivoltogli da Valeria Valente, vincitrice delle primarie, a lavorare assieme. “In verità – commenta Marciano – mi sarei aspettato dalla Valente una telefonata domenica sera e mi è spiaciuto leggere su qualche quotidiano nazionale che aveva altro a cui pensare quando le hanno chiesto cosa avesse da dire all’ex maestro. Non è proprio di grande stile rispetto a un risultato che numericamente non mette in una condizione di tranquillità”. “Ma pure se prendessimo per buono quel risultato, al netto di ciò che è emerso dai video – argomenta il consigliere regionale del Pd – se si vince per 400 voti l’intelligenza politica raccomanderebbe toni più pacati. Già le prime dichiarazioni avrebbero richiesto rispetto e attenzione per la persona di Antonio Bassolino. Non farlo non è solo uno sgarbo ad Antonio Bassolino ma a quel pezzo di corpo elettorale che lo ha sostenuto”.
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