Questo momento drammatico lo stiamo affrontando riscoprendo un senso di comunità e di solidarietà reciproca che rompe il racconto di un Italia divisa dai localismi.
Un racconto che per decenni ha coperto una realtà fatta di solidarietà, vicinanza e unità che difficilmente è riuscita ad emergere.
La polemica sulla paternità del farmaco che sembra riuscire a contenere i danni all’apparato respiratorio del Covid-19, è una pagina che va chiusa subito, prima ancora che qualcuno inizi a cavalcarla per rispolverare orgogli e divisioni che oggi sono non sono solo anacronistiche ma anche dannose.
In questa fase le speranze, che vengano da Napoli, da Milano, da Bergamo o dalla Cina, sono una conquista di tutti, nessuno escluso.
Questo non è il tempo delle polemiche e dei nemici, è il tempo di agire uniti, territorio per territorio, città per città, regione per regione. È il tempo di riscoprire il valore di essere tutti dalla stessa parte.
Per questo mi sento di invitare la comunità scientifica, da napoletano e da italiano, a mostrarsi unita, perché solo insieme fermiamo il contagio.
Lo sforzo, il sacrificio e la battaglia quotidiana di chi negli ospedali di tutta Italia lavora in prima linea, rappresenta l’orgoglio di un popolo che si è riscoperto unito.
Il percorso da fare è ancora lungo.
Ne usciremo, certo, ma solo se agiamo insieme senza dividerci e senza polemiche.