Durante il lockdown globale il mondo ha ricominciato a respirare e anche il nostro mare ha ripreso una trasparenza che avevamo dimenticato. Questo ci deve far capire che la nostra modalità di utilizzare le risorse è del tutto insostenibile e che bisogna ristabilire un rapporto sano con la natura.
Investire sull’efficientamento energetico di aziende, edifici pubblici e privati è già stato in questi anni una strada percorsa dal Governo Regionale.
Oggi abbiamo l’esigenza di continuare a finanziare come Regione Campania i processi di ammodernamento dei processi produttivi anche per le micro-aziende, così da poter avere cicli chiusi e virtuosi.
Proposta:
IL NOSTRO MARE FINALMENTE PULITO
Il mare della costa della Città Metropolitana e il litorale domizio-flegreo è migliorato visivamente come trasparenza. Questo ci spinge ad ipotizzare che il blocco delle attività industriali e dunque dei loro scarichi ha dato i suoi frutti.
Dovremmo dunque chiederci che impatto ambientale hanno questi scarichi industriali se prodotti fuori norma e mal trattati negli impianti di depurazione.
I dati parlano chiaro. Sui 360 Km di costa della Regione Campania gravano 10 comprensori depurativi che scaricano direttamente o indirettamente nel Mare Mediterraneo e che comprendono: 18 impianti per reflui urbani, 3 impianti per reflui domestici – industriali, 34 impianti per reflui domestici.
Bisogna dunque immediatamente procedere ad un censimento, nelle condizioni attuali, dei dati chimico fisici degli scarichi gravati unicamente dal carico antropico. Al riavvio graduale delle attività industriali, monitorare i dati dei reflui in ingresso e in uscita dai depuratori verso il mare, fino al raggiungimento della piena attività produttiva,
Rilevare portata e caratteristiche dei reflui in ingresso, se eccedenti la capacità trattante dell’impianto.
Valutare l’efficienza depurante dell’impianto controllandone i valori dei residui in uscita
Riscontrare il rispetto dei limiti di legge prescritti per gli scarichi in uscita dagli opifici.
A fronte di eventuali inidoneità, operare con atti correttivi sulle procedure di gestione e con attività manutentive più frequenti e qualificate del ciclo depurante.
Queste attività potranno svolgersi sotto la direzione dell’assessorato all’Ambiente della Regione Campania insieme con l’Arpac e utilizzando le società regionali del cosiddetto “Polo Ambientale” (CAS, SMA Campania, ARPAC Multiservizi).