Li accogliemmo, quando andò bene, con diffidenza. Ancora oggi un razzismo strisciante li descrive come un problema delle nostre vite quotidiane. Eppure inviano i loro medici qui in Italia per aiutarci.
Erano albanesi ieri e lo sono oggi e ci hanno dimostrato, ora come allora, che i confini non fermano l’umanità.
Questa è una battaglia globale che si vince insieme senza divisioni e senza sovranismi.
Grazie Albania!