Terra dei Fuochi: no alla demagogia, meglio finanziare l’esercito ambientale

I provvedimenti annunciati dalla Giunta regionale per contrastare i roghi di rifiuti nella Terra dei Fuochi sembrano essere soltanto una risposta demagogica a un problema serio e da affrontare immediatamente. La videosorveglianza può sì essere un fattore importante, ma deve essere inserita in un progetto di contrasto alle attività illegali che richiede un presidio costante, quotidiano e capillare. Le risorse a disposizione, invece, sono irrisorie rispetto alle necessità dell’area e rischiano di essere sprecate.

Per rispondere in modo più efficace ai problemi della Terra dei fuochi si può e si deve quindi inviare l’esercito, ma quello che c’è già e che non costerebbe nulla in più alle tasche dei cittadini le lavoratrici e i lavoratori impegnati in società partecipate e nei Consorzi Unici di Bacino della Regione Campania, già formati per la difesa dell’ambiente e per la tutela del patrimonio boschivo, che aspettano solo di essere utilizzati a tempo pieno. Che n’è stato della società regionale Campania Ambiente che avrebbe dovuto reimpiegarli?

Si tratta di qualche migliaio di persone; più del doppio, cioè, dei mille soldati che nel 2008 furono impiegati in Campania per l’emergenza rifiuti. Una missione che costò alle casse pubbliche due milioni di euro al mese: con gli stessi soldi annunciati oggi si potrebbe presidiare fisicamente il territorio di Terra dei Fuochi.

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