Turismo, la nuova legge recepisce la nostra visione del settore

Il Consiglio regionale ha votato a maggioranza (risicata, solo 32 voti nonostante la presenza in Aula del Presidente Caldoro a “serrare le fila”), con la nostra astensione, la legge sul turismo.

È passata la nostra idea di governance per il turismo della Campania, condivisa anche dalle associazioni di rappresentanza del settore e dal sistema camerale: la Campania si dota di un’Agenzia agile nella sua struttura, che ci auguriamo possa essere autorevole e rappresentativa nella sua capacità di programmazione e in grado di favorire l’incontro tra pubblico e privato.

Il Partito Democratico ha dato il proprio contributo di merito alla ricerca di soluzioni per dare una visione strategica di questo settore come principale asset dell’economia regionale, favorendo in modo particolare le attività dei giovani campani che vogliono investire in attività turistiche. Vanno in questa direzione gli emendamenti proposti e approvati all’unanimità, come quello che prevede di promuovere gli interventi in beni confiscati alla criminalità organizzata, dando priorità proprio alle iniziative proposte da cooperative o consorzi di cooperative sociali formate da giovani di età inferiore ai 35 anni, che avranno un titolo di preferenza anche negli avvisi pubblici annuali promossi dall’Agenzia, oppure quello che consente di sostenere il ruolo delle imprese operanti nel settore anche attraverso la collaborazione con gli Istituti secondari superiori e il sistema universitario, italiano ed europeo, istituendo anche borse di studio e stage formativi.

Ma bisogna inquadrare la legge per quello che è il suo significato, e cioè una struttura, e aggiornare il quadro normativo e legislativo di riferimento con le novità subentrate in campo nazionale ed europeo. Si sarebbe però potuto fare di più per un settore fondamentale come il turismo, e permangono forti criticità su questo testo, che non risponde pienamente ai bisogni del comparto e rimane appesantito da iniziative individuali da parte di colleghi della maggioranza, alle quali il Governo ha dovuto sottostare per mantenere il voto in Aula. Per questo motivo abbiamo scelto di confermare il voto di astensione.

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