Con Bersani per andare oltre Monti e la sua agenda politica

Mancano ormai pochi giorni alle primarie del centrosinistra e penso che anche chi aveva qualche dubbio ormai non possa che avere le idee chiare: l’unico candidato in grado davvero di guidare le forze riformiste e portarle alla guida del paese è Pierluigi Bersani. Poche storie. Bersani ha guidato il partito negli ultimi tre anni, forse i più difficili da molto tempo a questa parte: gli anni del crollo dell’economia, quando l’Italia ha pagato le conseguenze delle politiche berlusconiane, quelli in cui oltre alla nostra disastrata economia è stato necessario salvare anche la credibilità internazionale dell’Italia, distrutta di fatto da B. e i suoi sodali. In questi tre anni Bersani è riuscito a tenere le fila del più grande partito riformista e progressista del paese, anche quando interessi personali e di corrente sembravano poterne mettere a repentaglio la tenuta. E malgrado questo ha deciso comunque di mettersi in gioco: avrebbe potuto far valere la sua posizione di segretario per presentarsi come candidato premier del PD, e invece ha voluto – giustamente – ottenere l’investitura ufficiale passando per le primarie, valorizzando ulteriormente uno dei pilastri fondanti del partito e modificando lo statuto per permettere la partecipazione anche a candidati che altrimenti sarebbero rimasti fuori. Una scelta, questa, di coraggio e di apertura, certo non da ‘rottamare’. Perché da rottamare in Bersani c’è davvero poco. Alle spalle ha una lunga e prestigiosa carriera politica e quando è stato chiamato alla guida di un ministero – lo è stato dell’Industria, poi dei Trasporti, infine dello Sviluppo – ha guidato il suo dicastero da grande statista e uomo politico: le sue riforme – le liberalizzazioni, ad esempio – sono tra i provvedimenti più importanti approvati dai governi italiani degli ultimi anni.

È per questo che sono convinto che sia lui più di tutti i candidati alle primarie ad avere le capacità e le conoscenze per fare tesoro dell’esperienza del governo tecnico e per andare oltre Monti e la sua agenda politica. Chi sarà alla guida del nostro Paese dopo la parentesi ‘tecnica’ dovrà avere capacità politica per tenere insieme la maggioranza e, allo stesso tempo, idee chiare per rilanciare il lavoro e lo sviluppo e dare finalmente ai nostri giovani opportunità vere per restare in Italia e costruire qui il proprio futuro. Lui, Bersani, sa come fare.

 

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