Erano in tanti, festosi e pacifici

Erano in tanti, erano festosi, erano pacifici. Finalmente. Dopo gli scontri dei giorni scorsi, oggi erano in tanti a temere che il corteo degli studenti campani che ha inondato le strade di Napoli potesse trasformarsi in un’altra giornata di guerriglia. E invece no. Gli studenti medi e universitari, i ricercatori, i precari, ma anche i rappresentanti delle tute blu della FIOM di Pomigliano d’Arco hanno sfilato fianco a fianco ballando, urlando slogan al megafono, cantando canzoni. Ma nessun uovo caricato a vernice rossa è volato. Eppure la loro voce si è sentita lo stesso. Di sicuro devono averla sentita i ministri romani e il nostro Governatore, contro cui pure i ragazzi hanno urlato la loro rabbia per i servizi che la Regione offre allo studente, ormai ai minimi storici. Ma quando il corteo è passato sotto a Palazzo Santa Lucia nessuno era incappucciato, né qualcuno ha accennato ad azioni di forza per entrare in Regione. Sono entrati invece nel Castel dell’Ovo, per un’occupazione simbolica e per appendere in cima un enorme striscione: “Cultura vs Austerity”. Loro, ragazzi di poco più di vent’anni, l’hanno capito che i tagli alla ricerca, alla scuola pubblica e ai servizi sono contro la cultura e lo sviluppo sociale. È tempo che lo capiscano anche a Roma: scuola, formazione e ricerca non possono essere più considerati un costo da tagliare, ma un investimento per il Paese e per le giovani generazioni.

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