La Campania è sul fondo delle classifiche in sanità, export, competitività, occupazione. In pratica, in ogni settore della vita sociale ed economica della nostra regione. Colpa della congiuntura economica, ma anche dell’incapacità di questa Giunta di contrastare la crisi con politiche adeguate ed efficaci.
Anche nei Fondi Europei permangono alcune criticità. Innanzitutto, è evidente lo scarso riflesso sull’economia e sull’occupazione della spesa di queste risorse. E c’è, alla base, l’incredibile ritardo accumulato dalla Campania: la capacità di spesa è migliorata solo perché è diminuito l’ammontare totale dei fondi, solo perché è stata restituita al Governo nazionale quasi tutta la quota di cofinanziamento dei programmi Por-Fesr, rinunciando a quasi 2,5 miliardi di euro. Ciò nonostante, la spesa effettiva in valore assoluto rimane bassa e con un andamento molto lento. È stato un errore concentrare il 60% delle risorse sui grandi progetti, perché su di essi permangono grandi criticità e perché l’unica spesa certificata sono i 400 milioni per la linea della metropolitana. Nell’ambito dei fondi Feasr per l’agricoltura, poi, la Campania resta ultima per avanzamento di spesa e prima per il rischio disimpegno.
Anche il tentativo disperato della Giunta regionale di accelerare la spesa sta producendo al contrario solo rallentamenti, come nel caso dell’incomprensibile bando di assistenza tecnica per i fondi Fse, guarda caso bloccato dal Tar per illegittimità.
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