I bus fermi e le responsabilità di un Sindaco

Premessa: la situazione economica degli enti locali, Comuni in primis è disastrosa. I tagli del Governo sono stati drammatici e hanno colpito tutti i settori. Eppure, quello che sta succedendo al sistema dei trasporti pubblici a Napoli e in Campania supera di gran lunga ogni più pessimistica previsione. La Circumflegrea è ormai diventata il “Treno chiamato desiderio”: che prima o poi arrivi, beninteso. L’intero sistema EAV funziona malissimo, la Cumana e la Circumvesuviana hanno ridotto il numero delle corse, e nelle nuove stazioni della metro appena aperte (bellissime, ma progettate e avviate già dalle amministrazioni passate) di treni non si vede l’ombra. Ora scopriamo, con un annuncio sulla pagina Facebook dell’ANM, che manca il gasolio per i bus, e che i mezzi non possono uscire dai depositi. Poi, qualche ora dopo, scopriamo pure che il sindaco, il primo cittadino della città, non ha responsabilità per quello che è successo e che è stato avvertito del problema solo a sera tarda. E questo non è possibile. Non è possibile, per quanto la situazione sia disastrosa, giustificare tutto con i tagli del Governo centrale e con la situazione dei conti del Comune di Napoli. Perché non è possibile fare a pezzi il trasporto pubblico locale in così poco tempo (per non parlare del resto dei problemi, dalle strade gruviera, al sistema del welfare distrutto). Una rivoluzione, non c’è che dire. Ma di segno opposto rispetto a quella che il Sindaco aveva promesso un anno e mezzo. 

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