La Reggia di Carditello e gli impegni del prossimo governo

La prossima data è il 20 giugno, quando il giudice Colandrea ha fissato la nuova udienza per la vendita. Per fortuna, infatti, anche l’ultima asta della scorsa settimana è andata deserta. La base dovrebbe restare la stessa, 10 milioni di euro, senza ulteriori ribassi che rischiano di favorire manovre speculative. O eventuali interessi criminali nell’acquisto, che rappresenta uno dei pericoli da sventare. Perché se dovesse essere il prestanome di qualche camorrista ad aggiudicarsi all’asta la Reggia di Carditello, un gioiello che tutto il mondo ci invidia, la sconfitta dello Stato sarebbe totale. Per ora, lo Stato a Carditello sta perdendo comunque. La Reggia è rimasta per anni di fatto abbandonata, e se non continua a cadere a pezzi è solo per l’impegno dei cittadini che hanno deciso di organizzarsi e salvaguardare quel bene, pulendolo, salvaguardandolo da ulteriori danni e atti vandalici, e soprattutto riaprendolo alla cittadinanza, rendendolo un luogo vivo, con visite guidate, incontri, assemblee. È a loro che, quando questa triste storia sarà finita, bisognerà pensare di affidare la struttura. Questo è un impegno che chi si candida alla guida del Paese dovrebbe prendere: il prossimo Governo acquisti la Reggia, sventando il pericolo che finisca nelle mani sbagliate, e la affidi ai volontari che finora l’hanno salvaguardata dalla rovina. Quella sì che sarebbe una vittoria, molto più che simbolica, dello Stato. 

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