Il percorso è appena cominciato.

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A pochi giorni di distanza dalla definizione delle vicende elettorali senza esitazione alcuna abbiamo ripreso il nostro cammino nella direzione della Campania giovane. Questo spazio continuerà con puntualità e, mi auguro, con un seguito sempre maggiore, ad essere un momento di discussione, confronto, critica, un’agorà virtuale di idee e energie da spendere per la Regione che vogliamo. In questi giorni, complice l’evidente buona affermazione e l’assenza di ulteriori appuntamenti elettorali nei prossimi anni, il centro destra nazionale ha rilanciato con forza l’agenda delle riforme. Che questo Paese abbia bisogno di una serie di interventi strutturali che ridisegnino settori importantissimi, che riequilibrino i costi della politica, che snellisca la macchina burocratica non v’è dubbio. I dubbi (e le preoccupazioni) persistono invece su alcune notizie che stanno emergendo in queste ore. Innanzitutto la tanto richiamata “cabina di regia” che dovrà gestire politicamente questa fase è nei fatti sotto la guida della Lega, il che mi provoca dubbi più che legittimi sulla qualità di questo processo e sulle ricadute che potrebbe esso avere sul Mezzogiorno d’Italia. Siamo ancora in attesa di capire quali siano le conseguenze e cosa fare per limitare i danni rispetto all’applicazione del federalismo fiscale, tutto calibrato a svantaggio delle regioni meridionali. Se le riforme istituzionali ed economiche che si prospettano, oltre che ad avere la stessa matrice politica, saranno fortemente penalizzanti per il Sud credo saremo chiamati ad una dura e severa opposizione nel Paese. Questo non va confuso con un aprioristico rifiuto della necessità di produrre riforme anche radicali, ma ciò che preoccupa è l’obiettivo reale che queste possano avere nelle intenzioni di questo Governo. Ci preoccupa l’assenza quasi totale di discussione sui veri ed urgenti interventi dei quali il Paese avrebbe immediato bisogno: la salvaguardia e il rilancio dell’economia e del mercato del lavoro, la tutela dei salari e dei consumatori, interventi mirati al sostegno della piccola e media impresa, vero polmone dell’economia italiana.

A questi argomenti, invece, si sostituisce un dibattito ed una prova muscolare tutta interna alla maggioranza che governa e ad i suoi rapporti di forza interni, con un Presidente del Consiglio che mira, senza nasconderlo nemmeno troppo, a riformare radicalmente la giustizia cedendo ampiamente ai suoi fedeli alleati di Governo, alla Lega, terreno sulla riforma dello Stato. Bene ha fatto il segretario nazionale del PD, Bersani, a richiamare in queste ore l’attenzione su tali questioni delicate, a indicare quali sono per il nostro Partito le priorità assolute. Credo per questo che la sconfitta elettorale di fine marzo, che ha una portata nazionale, ci consegna un dato rilevante : certamente la necessità di aprire un dialogo ed una condivisione per quelle riforme decisive per il futuro dell’Italia con chi la governa oggi, ma un dialogo che non può privarsi della fermezza e della capacità di tornare a parlare al Paese dei suoi veri problemi, crisi economica in primis. Lasciamo da parte la stagione delle polemiche e del gossip, quei terreni di scontro politico che evidentemente non parlano e non sono sentiti come propri e prioritari dalla sofferente pancia del Paese. Riappropriamoci, invece, di istanze e parole che ci hanno messo sempre, da tanto tempo nella nostra storia politica, in sintonia con le parti più deboli e sofferenti della società. Queste ultime chiedono sull’economia, sul lavoro, sulla ricerca, sui diritti, sui saperi, sui temi sui quali più si infrange la scure della destra risposte e proposte immediate. Non su altro. La Campania Giovane è anche quest’inversione di marcia.

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