A Napoli solo Bassolino può vincere

Questo è il testo della mia intervista a Repubblica Napoli, pubblicata questa mattina.

«Ho scritto il post “Io sostengo Antonio Bassolino” perché il giorno prima avevo partecipato all’incontro dell’area Rifare l’Italia per ribadire che quella di Antonio è la candidatura più competitiva per vincere, e non certo per fare altre scelte, come pure ho letto. Nessuna scelta “privata”, dunque, ma la convinzione che Bassolino ha le carte in regola e le maggiori chance per trascinare il Pd».

Antonio Marciano, lei è consigliere regionale Pd: sia i voti del 2015 che i sondaggi inchiodano il Pd… «E Antonio può farci risalire. Capisco l’ambizione di una larga parte del Pd di avere un nome condiviso all’interno, uno sforzo che sa più di congresso, oggi totalmente marginale. Il tema non è unire il Pd, ma le principali forze della città, mettendo insieme città popolare e città borghese. Vedo un ritardo del gruppo dirigente nazionale e napoletano: dovevamo muoverci per tempo». Ritardi sulle primarie? «Certo, è stata necessaria una battaglia in un partito disorganizzato, partito che, nonostante lo sforzo massimo fatto con le “quattro giornate di Napoli”, ha visto sale vuote e indifferenza, il tutto senza far seguire all’ascolto la proposta. In politica il tempo non è una variabile marginale». Quanto ha pesato il tweet di Bassolino del novembre scorso? «Il partito era condannato alla moratoria permanente. La scelta di Antonio Bassolino ha smosso le acque. Penso che il suo “Mi candido” al di fuori delle componenti sia stato un gesto renziano. Più discutibile è la pratica per cui si pensa a costruire una candidatura fuori da Napoli. L’investitura nazionale di tre giorni fa di Valeria Valente non è gradita al gruppo dirigente locale, ai renziani locali». Eppure la Valente, ora candidata ufficiale, viene dalla sua stessa esperienza. «Conosco Valeria fin da quando era studentessa, la inserii nel movimento studentesco. Io e Andrea Cozzolino la spingemmo impegnarsi in politica e le chiedemmo di candidarsi al consiglio comunale». Appunto, perché non va bene? «Valeria, Nicola Oddati, io, Andrea, Gennaro Migliore e altri: questa classe dirigente si è costruita attorno ad Antonio Bassolino. Ma dopo 5 anni di silenzio imbarazzante del Pd sull’esperienza de Magistris, siamo in una fase in cui serve ancora Bassolino perché questa classe dirigente ancora non ce la fa a scommettere da sola. I sondaggi ci danno al 12-13 per cento, gli iscritti sono fermi a 2500, siamo in affanno e difficoltà». La sfida sarà Bassolino-Valente? «Non è detto. Gianluca Daniele ha detto: se non è in campo un tecnico, mi candido. Ma è curioso che il gruppo dirigente locale si sia fatto scippare di mano la scelta. Credo che sarà una bella competizione». Mentre Cozzolino si schiera con Valente, lei e Paolucci siete con Bassolino. Cosa è successo tra i bassoliniani? «Si diventa grandi, ma la mia non è una scelta in solitudine. Antonio ha la forza di scomporre componenti, ma soprattutto la capacità di aver messo in movimento pezzi di città, mondo della cultura, delle professioni, professori universitari, lavoratori oggi distanti dal Pd». Ma riesce a parlare ai giovani? «Sarà la città a decidere cosa è giovane e cosa è vecchio, cosa è più forte e cosa è meno opportuno. Si deve parlare a tutti, ai giovani e ai meno giovani, alla borghesia, all’impresa, al mondo del disagio sociale. Antonio ha questa marcia in più di cui beneficerà l’intero Pd». Cosa farà De Luca? Resterà fermo? «È governatore è concentrato sull’azione di governo, con risultati importanti, sosterrà lealmente il candidato che uscirà dal voto del 6 marzo». Ma lei Io vede Renzi che sostiene Bassolino, se vince le primarie? «E come farà a non venire? Lo ha già fatto con De Luca alle Regionali dell’anno scorso. Perché da segretario nazionale non dovrebbe riconoscere il vincitore?».

Intervista Repubblica

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