Sono giorni difficili, mentre qualcuno polemizza per le libertà di praticare “attività motorie” donne e uomini scendono di casa per garantire all’italia i servizi essenziali.
In questa crisi è emerso chiaro uno dei conflitti che in questo mondo del lavoro che negli anni si è modificato si è acuito. Quello tra profitto e salute, quello tra produzione e sicurezza sul lavoro.
Davanti a questo contrasto abbiamo bisogno di nuovi paradigmi e di nuove idee per leggere, interpretare e legiferare un mercato del lavoro che negli anni ha vissuto una precarizzazione dovuta ad un vuoto legislativo a livello globale.
Quando l’emergenza sarà passata non basterà dire grazie a chi in questi mesi difficili ha sostenuto il sistema Paese, ma bisognerà tornare a strutturare una rete di garanzie dei diritti di chi lavora.
Iniziamo da oggi a vivere le trasformazioni tecnologiche come una risorsa fondamentale per garantire condizioni di vita e di lavoro migliori per tutti. Perché la salute dei lavoratori viene prima di ogni forma di profitto.