La riforma della macchina burocratica della Regione Campania, annunciata due anni fa in modo entusiastico dal Governatore Caldoro e dall’assessore Sommese e definita ‘rivoluzione’, sta solo infrangendo i record di proroghe per gli incarichi dirigenziali: siamo arrivati ormai a dieci, ma il conto è destinato a salire.
Il grande progetto di semplificazione di Caldoro si dimostra inconsistente come la sua politica: tutti questi ritardi hanno solo aumentato la spesa e generato confusione, bloccando di fatto le attività amministrative anche in settori chiave come la certificazione e la spesa dei fondi europei.
La partenza di questa riorganizzazione slitta di mese in mese, ed è da un anno esatto che la dirigenza resta in attesa dell’affidamento degli incarichi secondo il nuovo ordinamento, come previsto da una delibera di Giunta. Insomma, un tentativo fallimentare, che ha mortificato le competenze interne della Regione, anche a causa della scelta miope della Giunta di non coinvolgere né i sindacati né il personale dirigenziale (come denunciato dalla DIRER) nel processo decisionale di una riforma di cui sempre più si sente il bisogno.
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