La Sanità Pubblica è un fondamento democratico che non può essere sottovalutato. Oggi, dopo ciò che abbiamo vissuto con il coronavirus, ne siamo ancora più coscienti e siamo tutti pronti a fermare ogni piano di smantellamento della sanità pubblica.
In Campania abbiamo lavorato, in questi anni, per uscire dal COMMISSARIAMENTO, il che ha significato ripianare un debito di 9MILIARDI DI EURO. Lo abbiamo fatto senza tagliare i servizi, ma la contrario aprendo nuovi reparti e a nuove strutture.
Lo dicevamo e ci impegnavamo prima di quest’emergenza, lo diciamo ora e lo faremo con ancora più convinzione dopo: LA SALUTE PUBBLICA È UN VALORE UMANO UNIVERSALE.
Proposte:
UNA RETE SANITARIA DI PROSSIMITÀ
I medici di base rappresentano da sempre un presidio di quel diritto fondamentale che è la sanità pubblica. Sono loro sul territorio il volto di un Paese che accoglie, cura e si prende cura dei suoi cittadini.
Negli anni il loro ruolo è stato ridimensionato, il loro lavoro è stato visto come un costo e il loro numero ridotto. Eppure nell’emergenza Covid-19 i medici di base si sono rivelati indispensabili. Dei medici morti, più della metà sono medici di base.
Oggi davanti a questi numeri riscopriamo in queste donne e in questi uomini degli eroi.
Quando il tempo degli eroi sarà passato, non potremo ripartire come se niente fosse. Dovremo ringraziare chi in questa emergenza ha lottato in prima linea senza risparmiarsi, ma soprattutto dovremo ridare valore e dignità a ruoli che avevamo dimenticato e che invece si sono dimostrati cruciali.
Una rete sanitaria di prossimità capace di controllare, assistere e indirizzare il paziente direttamente sui territori è fondamentale e dovrà essere ancora più capillare e diffusa.
Queste donne e questi uomini che abbiamo scoperto eroi oggi non possiamo e non dobbiamo dimenticarli domani.
VALORE ALL’EFFICIENZA: IL COTUGNO CENTRO DI RICERCA PER LE MALATTIE INFETTIVE
Il Cotugno è uno dei centri di eccellenza della nostra sanità campana.
Da sempre, l’ospedale partenopeo, rappresenta nel mondo scientifico un riferimento per la cura delle malattie infettive. Durante questa lunga battaglia al Covid, come è accaduto in passato per le altre epidemie, il Cotugno è stato non solo la prima linea ma il modello mondiale di organizzazione ed efficienza.
Questo modello deve essere incentivato e soprattutto deve diventare una guida nazionale per quel che riguarda le malattie infettive. Per questo l’idea, che già nel 2010 fu proposta, di trasformare il Cotugno in IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) potrebbe essere la scelta intelligente per dare la giusta connotazione a questa nostra eccellenza. Sarebbe infatti una scelta che permetterebbe di favorire al Cotugno l’attività di ricerca in un campo, quello delle malattie infettive, nel quale è fondamentale un percorso di ricerca continuo, attento e approfondito.
Un campo, quello dell’infettivologia, nel quale investe esclusivamente il pubblico, essendoci poco spazio per il mercato e che potrebbe diventare per la Regione Campania un vero volano di sviluppo scientifico ed economico, attraverso il quale creare nella nostra regione un altro centro di ricerca internazionale capace di attrarre investimenti, cervelli e lavoro.
Fare del Cotugno, oggi ospedale di riferimento in Italia e nel mondo, un centro di ricerca di malattie infettive che possa guidare progetti nazionali ed europei, è un obiettivo che in questa fase diventa non solo una possibilità ma un’esigenza.
LA MEDICINA DI PROSSIMITÀ
In questa fase abbiamo riscoperto il valore e l’importanza di quelle figure professionali della sanità che negli anni sono state spesso sottovalutate. L’idea stessa della medicina di prossimità è diventata principale all’interno di una più ampia riorganizzazione del sistema sanitario nazionale che in questa emergenza ha mostrato tutte le sue competenze e i suoi valori ma che va potenziato e modernizzato ancora di più.
I medici di base rappresentano da sempre un presidio di quel diritto fondamentale che è la sanità pubblica. Sono loro sul territorio il volto di un Paese che accoglie, cura e si prende cura dei suoi cittadini. Negli anni il loro ruolo è stato ridimensionato, il loro lavoro è stato visto come un costo e il loro numero ridotto. Eppure in questa emergenza i medici di base si sono rivelati indispensabili. Dei medici morti, più della metà sono medici di base. Oggi davanti a questi numeri riscopriamo in queste donne e in questi uomini degli eroi. Quando il tempo degli eroi sarà passato, non potremo ripartire come se niente fosse. Dovremo ringraziare chi in questa emergenza ha lottato in prima linea senza risparmiarsi, ma soprattutto dovremo ridare valore e dignità a ruoli che avevamo dimenticato e che invece si sono dimostrati cruciali. Una rete sanitaria di prossimità capace di controllare, assistere e indirizzare il paziente direttamente sui territori è fondamentale e dovrà essere ancora più capillare e diffusa. Queste donne e questi uomini che abbiamo scoperto eroi oggi non possiamo e non dobbiamo dimenticarli domani.
Dotare i medici di base di strumenti di telemedicina che possano permettere di controllare, visitare ed intervenire sui pazienti da remoto è fondamentale per garantire un’assistenza sanitaria a tutti i cittadini.