Caldoro non è credibile sulla riforma delle portualità

“Quello che oggi è urgente è avere un unico piano industriale: noi spesso ragioniamo in termini di poteri ed è un errore. Bisogna ragionare in termini moderni, in termini di mercato, e il mercato dice che l’hub del Mediterraneo è un hub che vede, da Civitavecchia a Salerno, un unico ambito portuale, quindi è giusto che ci sia un unico piano industriale”.

Queste le parole del presidente della Giunta regionale, Stefano Caldoro, che rilancia la proposta di accorpamento dei porti di Napoli e Salerno, integrandoli con quello di Civitavecchia.

È sicuramente giusto e opportuno parlare di un sistema integrato delle portualità, anche tra scali di regioni diverse; ma è paradossale che lo faccia il governatore Caldoro, che in questi anni ha contribuito ad affondare il Porto di Napoli.

La disattenzione, la superficialità e la irresponsabilità sullo scalo partenopeo, prima industria della Campania, sono state la cifra di questo governo regionale, al punto che il Presidente Caldoro non si è accordo di sedere in un Comitato Portuale illegittimo, poiché nominato al di fuori delle ben definite competenze dei poteri commissariali, come stabilito da una sentenza del Tar della Campania.

Un governatore più impegnato ad annunci sensazionali che al presente e ai problemi concreti del Porto di Napoli, che continua a deprimere il proprio livello di competitività sui mercati nazionali e mondiali, anche a causa dello stallo decisionale sulla guida dell’Autorità, e a perdere importanti opportunità. Emblematico il caso della mancata candidatura allo smantellamento della Costa Concordia, nonostante le promesse altisonanti di Caldoro.

È arrivato il momento, quindi, che Caldoro faccia finalmente un’operazione trasparenza e ci dica cosa si intende fare per rilanciare il Porto di Napoli. E soprattutto chiarisca se tra le decisioni prese dal Comitato Portuale, impugnabili in sede giudiziaria dopo la sentenza del Tar, ce ne sono alcune che riguardano anche il tanto sbandierato Grande progetto Porto, che era già nato morto e che oggi rischia di essere sepolto da una pietra tombale.

Qui due articoli dalla rassegna stampa di oggi:

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