PARTITO DEMOCRATICO, IO CI CREDO ANCORA

Un clima troppo teso raramente produce risultati condivisi, ma sicuramente sprigiona l’energia idonea ad apportare innovazioni sostanziali.

L’Assemblea del Partito Democratico a Roma che avrà luogo domani si prefigura come un vero e proprio ring, almeno stando a quanto riportano i giornali.

I toni accesi probabilmente abbonderanno, ma non penso sia grave battersi anche con foga nella discussione, se l’obiettivo però rimane l’interesse generale e l’unità della nostra organizzazione.

E’ certamente preferibile una discussione alla luce del sole, rispetto alle decisioni opache assunte da improbabili apparati di partito.

Ciò che temo è che ci si concentri più a puntare il dito su qualcuno piuttosto che a individuare il problema di fondo: la consapevolezza di non essere stati riconosciuti agli occhi della maggioranza dei cittadini del paese come la fondamentale forza in grado di garantire governabilità e cambiamento. E accanto a  questo tante altre vicende che dobbiamo iniziare ad affrontare da domani.

Dobbiamo riscrivere le regole del pluralismo interno affinché si disciplini la convivenza e l’efficienza delle forze interne, ovvero di culture, storie e percorsi diversi che hanno deciso di concorrere alla costruzione di un comune soggetto politico.

E prendere pienamente coscienza del valore delle ultime elezioni politiche e di ciò che la gente ci ha contestato, accogliendo i principi del rinnovamento e dell’evoluzione di sensibilità e cultura politica, spianiamo una strada più sicura per uomini, donne e giovani che si trovano e si troveranno a gestire questo Paese tra mille difficoltà.

Il tema di fondo è riaffermare un principio: ci si vede per assumere decisioni importanti, perchè vogliamo bene al Pd, difendiamo il Pd, vogliamo radicare il Pd in Italia, ripartendo dai nostri elettori.

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